I viaggi interiori
I viaggi interiori
Da : Sabrina Miriana
Ogni tanto dovremmo fermarci a riflettere sul senso di chi siamo, cosa facciamo, dove stiamo andando, in aiuto ci viene la letteratura che grazie ai grandi scrittori riesce a farci riflettere e ad aprire importanti finestre sul mondo interiore.
Ricordiamo tra tutti, la meravigliosa poesia “Itaca” di Costantino Kavafis, Itaca riflette il senso del viaggio e dell’esistenza umana.È una poetica introspettiva, nostalgica che parla dell’inquietudine connaturata nell’uomo, la brama di conoscenza e il bisogno di porti sicuri.
Kovafis narra una verità esistenziale, il percorso della vita non ha altra meta se non il viaggio stesso.Il senso del viaggio è nello stesso viaggio si legge tra le righe della poesia, bisogna augurarsi che il viaggio sia ricco di esperienze, di imprevisti e causualità, che alla fine sono quelli che ci permettono di misurarci con le nostre capacità, ci aiutano a bilanciare le nostre risorse e i nostri limiti.
Chi viaggia sa che per un viaggio che abbia senso occorre conoscere se stessi per affrontare gli imprevisti, la tensione dell’anima, occorre sapersi anche abbandonare al destino, che è dietro l’angolo ce lo ricorda bene il bellissimo film sliding doors, dove il regista fa vedere bene come solo per un attimo il destino di una persona prende una piega piuttosto che un’altra, come il vento improvviso, un buon timoniere deve tenere fermo il timone della propria vita, questo è frutto di esercizio e pazienza.
Ulisse, l’eroe per eccellenza, desideroso di conoscenza, trascorse la sua vita viaggiando attratto dall’ignoto, ma nel suo cuore regnava spesso la nostalgia, quella che gli fa desiderare di tornare a casa nella sua Itaca, la sua casa, il luogo degli affetti.
Ulisse si ferma spesso a pensare con nostalgia alla sua terra, ed è forse questo sapore di nostalgia che rende il viaggio ancora più interessante, c’ è una continua tensione della ricerca, ma anche di casa, del luogo sicuro.
Altro importante esempio di viaggio visto in senso metaforico, è offerto dal libro: “ Il vecchio e il mare”, in cui il vecchio marinaio si troverà a tenere a bada un grande pesce catturato con fatica, che a sua volta sarà divorato da altri pesci durante questa lotta.
L’uomo tornerà in riva solo con i resti del grande pesce, lo scheletro di questo..
Apparentemente sembra avere subito una grande sconfitta, poi si renderà conto che tutta la fatica ha avuto un significato, provare a se stesso le sue capacità nel sapere affrontare i pericoli e gli imprevisti. La vita è piena di imprevisti., ecco perchè dobbiamo imparare ad affrontare il mondo con leggerezza, quella leggerezza che secondo Calvino va intesa come sottrazione del peso, leggerezza, non è superficialità, essere leggeri richiede precisione, determinazione, vedi gli incredibili voli dei gabbiani, dietro ogni evoluzione c’è precisione.
Il viaggio non bisogna affrettarlo, il percorso della coscienza Hegel lo definiva beldungroman, ossia romanzo di formazione, che sottolinea tra le altre cose come tutto, anche le difficoltà servono , ci aiutano a tirare il meglio di noi stessi, senza una meta saremmo rimasti immobili, l’immobilità non è mai positiva, dunque ben venga il viaggio di conoscenza e di crescita, evoluzione non involuzione.
Dunque pensa, ama, spera, viaggia dentro e fuori di te.
Un giorno saremo giudicati non per quanta polvere abbiamo tolto da sotto i tappeti, ma da quanta vita abbiamo messo nella vita.
fonte e autorizzazione : Madonielive