Voci Siciliane

DRAGO CALOGERO DRAGO CALOGERO Pubblicato il 11/10/2019
A te

A te

Erano appena passate le sette di un fredda mattina del mese di ottobre. Peppe nell`uscire dal portone di casa, la prima persona che incontrò fu Turiddu che si apprestava a portare le mule nel vicino abbeveratoio. Con immensa gioia gli annunciò: «­Turiddu! A me nora Lilla cu me figghiu cci nascii nnà picciridda » (Salvatore! A mia nuora Rosalia con mio figlio gli è nata una bambina). E Turiddu in segno di Augurio prontamente gli rispose «Mhii!! finalmente nascii la zita di me figghiu» (Mhii!! finalmente è nata la fidanzata di mio figlio). Damiano, posteggiò il camion sotto la casa in costruzione di Ciccio Coffaro e nell`aiutarmi a predisporre la passerella composta da due grosse tavole mi raccomandò: «Inizia dalla parte della cabina e se per l`ora di pranzo il cassone è pieno, prima di andare a mangiare, passa da casa mia così o io o Enzo lo andiamo a scaricare ». Cominciai di buona lena a sbancare il seminterrato che il giorno prima mastro Saro Volpe mi aveva indicato di rimuovere. In men che non si dica il camion era quasi pieno. Avevo fretta, mi aspettavano gli amici, mi aspettava il pallone, mi aspettavano .......... la porta della casa di fronte si aprì all`improvviso, ne uscì una brunetta con degli occhioni come fari e i capelli a coda di cavallo fino alla vita. Non avevo mai visto nulla di simile e mi dimenticai pure di guardare avanti o di fermarmi. La carriola volò oltre la passerella ed io dietro a lei. Sotto un cumulo di terra e con un grosso bernoccolo, mi ritrovai ad incrociare lo sguardo di quella ragazzina. Fù il primo della giornata (da quel momento il camion si riempiva a rallentatore) non certo il più tenero tra tutti quelli che il destino ha voluto che continuassimo a scambiarci. Turiddu arrinannu (trainando) il mulo verso l`abbeveratoio intravide Peppe uscire dal portone di casa e nel salutarlo lo informò «Aieri me figghiu mi purtà la zita in casa » (Ieri mio figlio mi ha portato la fidanzata a casa) e Peppe con il risolino sotto i baffi: «La canusciu? » (la conosco?) e Turiddu di rimando: «Sempri la stissa di diciotto anni fà ». (sempre la stessa di diciotto anni fà). Fù meravigliosa quell`alba dell`undici Ottobre di qualche anno fà, sopratutto per me, perchè mi ha portato te. A Te A te, che sei alba e tramonto del mio cosciente vivere. A te, che sei tramonto e alba nel mio incosciente riposare. A te, che sei il mio sentirmi vivo. A te, che sei unica e irripetibile. A te, che sei il mio primo e unico vagito. A te, che sarai il mio ultimo sospiro. A te, che sei il mio respiro A te, che sei......me. (Calogero )

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