Mi scuso se ancora una volta voglio andare contro tendenza, contro la
Mi scuso se ancora una volta voglio andare contro tendenza, contro la moda del momento, frutto del persuasivo plagio televisivo, di mal giudicare la classe operaia categoria della quale sono orgoglioso di far parte (o meglio ero orgoglioso di far parte!) Molti, troppi, i discorsi fatti per far passare la comune convinzione che le fabbriche fuggono dall`Italia (dalla Sicilia!) perché i lavoratori hanno altro a cui pensare che svolgere con decoro la propria mansione, "scioperano per vedere la partita" dichiarano alcuni in televisione, "..prendono la mutua per raccogliere le olive, svolgendo doppie attività e rubando energie all`attività lavorativa", "si inventano scuse per non fare anche quel poco che gli si chiede". Tutto può diventare verità se si amplificano i casi isolati facendoli diventare come comune abitudine. Stando così le cose è ovvio che le fabbriche chiudono andando ad impiantarsi dove vi è un maggiore senso del dovere, dove vi è la mentalità diffusa che fare il proprio bene vuol dire fare il meglio per la propria azienda. Questa maturità delle forze lavoro, guarda un pò, è stata raggiunta dai miei colleghi serbi e polacchi, mentre gli italiani ed i siciliani proprio non vogliono maturare! Lavorare in fabbrica non è come lavorare in un altro contesto. Il ciclo produttivo, la tempistica, i ritmi sempre più esasperati per massimizzare la produzione ed abbattere i costi, logorano il lavoratore fisicamente e psicologicamente. Conoscere il ciclo produttivo, viverne l`esperienza sulla propria pelle apre gli orizzonti facendo meglio comprendere il disagio dell`uomo-macchina e muovendosi verso una maggiore "umanizzazione" delle attività lavorative. Conoscere il ciclo produttivo vuol dire esseri consapevoli che la produzione può avvenire solo se gli operai sono tutti presenti nella catena, nessuno escluso! E` ovvio pensare che le "mele marce" sono in ogni luogo di lavoro (presumibilmente anche in Serbia o in Polonia!) ma proviamo a quantificarle e confrontiamone i numeri con altre realtà lavorative, magari la propria, tanto per capire se in coscienza siamo titolati ad aprir bocca non avendo TRAVI negli occhi così da potere facilmente scrutare le PAGLIUZZE dentro quelli altrui! Se da una parte l`opinione pubblica a gran voce sottoscrive l`esplicita suddetta responsabilità dei lavoratori come causa dell`esodo delle industrie italiane, dall`altra ecco arrivare le misure correttive al problema da parte di Ministri e titolati amministratori delegati della grande industria, misure che colpiscono pesantemente, guarda un pò, l`insieme di lavoratori seri che conoscono bene i loro doveri prima dei loro diritti pur non guadagnando 34 milioni di euro l`anno! Non voglio entrare nei meriti di discorsi che potrebbero non essere condivisi ma permettetemi di spendere una sola parola di elogio verso i LAVORATORI dell`EX Stabilimento FIAT di Termini Imerese che malgrado la chiusura, annunciata ben 2 anni prima, hanno continuato a dare il massimo per mantenere alti i livelli produttivi e tenere elevatissima la qualità del prodotto finito (Lancia Y) definita dal cliente, qualitativamente parlando, (nel 2011) tra le migliori del gruppo FIAT. Notevole se valutiamo con coscienza il fatto che quella produzione veniva da uno stabilimento in dismissione dove, visto il pesante giudizio che si portava dietro, doveva regnare il menefreghismo e l`assenteismo mentre, fino all`ultimo giorno di lavoro i LAVORATORI (minoranza delle MELE MARCE escluse!) hanno lottato contro la pesantezza di un lavoro sempre meno a misura d`uomo, contro la pubblica opinione, contro una dura scelta aziendale più simile ad una punizione che ad una sofferta decisione, contro un sistema che parla di impegno nel lavoro di qualità ma in realtà premia il basso costo della manodopera ed i regimi fiscali più favorevoli di altri paesi. Perdere il lavoro è di suo abbastanza penoso fartene sentire responsabile è come conficcare il coltello nella piaga.
Viviamo in una società in cui il proprio interesse prevale su quello degli altri.
I nostri magnati dell`economia, delle industrie, spostando la produzione nei paesi dell`est vedranno diminuite le spese e centuplicati i guadagni...cosa vuoi che importi a loro se questo va a discapito dell`economia italiana e quel che è ancor più grave, a danno della vita di ogni singolo operaio?
Siamo ormai all`estremo delle nostre forze, siamo costretti a pagare cara una situazione di crisi e di recessione causata dalla cupidigia di chi ci comanda, di chi ha potere nella nostra società.
Speriamo presto il vento possa cambiare affinchè l`aria da respirare non sia più rarefatta dall`egoismo e dal cornaconto di chi non vede il male che tutto questo sta causando alla nostra società.
Viviamo in una società in cui il proprio interesse prevale su quello degli altri.
I nostri magnati dell`economia, delle industrie, spostando la produzione nei paesi dell`est vedranno diminuite le spese e centuplicati i guadagni...cosa vuoi che importi a loro se questo va a discapito dell`economia italiana e quel che è ancor più grave, a danno della vita di ogni singolo operaio?
Siamo ormai all`estremo delle nostre forze, siamo costretti a pagare cara una situazione di crisi e di recessione causata dalla cupidigia di chi ci comanda, di chi ha potere.
Speriamo presto il vento possa cambiare affinchè l`aria da respirare non sia più rarefatta dall`egoismo e dal cornaconto di chi non vede il male che tutto questo sta causando alla nostra società.
terra questi già lavorano,appena laureati; perchè i loro papà, dopo averli cresciuti in panciolle con la carta di credito sempre gonfia,li hanno poi sistemati bene bene e loro che hanno tanta voglia di lavorare, lavorano fino a spaccarsi la schiena nei posti di comando. Cosi si perpetua la razza, e cosi sia! Augurando alla classe operaia che sappia alzare la testa, perchè non è mai tutta colpa di chi comanda ma anche di chi subisce inerme. Francesca
terra questi già lavorano,appena laureati; perchè i loro papà, dopo averli cresciuti in panciolle con la carta di credito sempre gonfia,li hanno poi sistemati bene bene e loro che hanno tanta voglia di lavorare, lavorano fino a spaccarsi la schiena nei posti di comando. Cosi si perpetua la razza, e cosi sia! Augurando alla classe operaia che sappia alzare la testa, perchè non è mai tutta colpa di chi comanda ma anche di chi subisce inerme. Francesca
Non voglio necessariamente inculcare l`idea che il lavoro di catena spacchi la schiena mi rendo conto che non tutti possiamo vedere le cose alla medesima maniera, vorrei soltanto che la gente la smettesse di additare i lavoratori come i responsabili dell`esodo delle industrie dall`Italia.
per esperienza personale. Ho semplicemente fotografato la realtà. Per pochi fannulloni che esistono ovunque, così come vi sono padroni onesti e altri disonesti, non si può generalizzare e questo purtroppo è quello che denuncia Enrico perchè lo vive sulla propria pelle. Ogni volta che ho posto anch`io il problema Fiat mi sono sentita rispondere che sono tutti fannulloni scansafatiche e che fosse giusto mandarli tutti a casa. Non ho sentito voci alzarsi a favore di coloro che rischiano il lavoro con le conseguenze che tutti possiamo immaginare; così come, tempo fa, ad un mio articolo di solidarietà agli operai Fiat, nessuno ha risposto. Il silenzio e l`isolamento è pericoloso e il completo isolamento di operai che stanno sui tetti è vergognoso, come vergognoso è il silenzio che avvolgono le morti bianche insieme a quello di imprenditori onesti che si suicidano. La mia è stata una denuncia ad una società capitalista senza regole dove il più debole soccombe. Faccio parte della razza abituata al lavoro, ma anche alla razza di chi difenderà sempre i più deboli e non sopporterà mai certa arroganza padrona e certa arroganza borghese. Con buona pace e Buona Pasqua a tutti. Francesca
Caro Enrico nel leggere il tuo messaggio mi viene in mente l`ultima pubblicità della FIAT che vantava l`italianità delle sue vetture quando le vere fabbriche di questa azienda si trovano attualmente in Polonia , in Serbia e in Brasile, il "Signor" Marchionne non ha minimamente pensato alle vostre professionalità nel chiudere lo stabilimento di Termini ma ha badato solamente all`interesse economico , fattore che a mio avviso nel lungo periodo non paga mai, speriamo che chi è subentrato possa portare un concreto sviluppo, in bocca al lupo , un caro abbraccio, Filippo.
Signor Costanza Le faccio i miei più sinceri auguri di una buona Pasqua e mi creda dibattere e confrontarmi con una persona della sua esperienza è un vero piacere , saluti Filippo.
Anche qui gli amministratori - prendendo come pretesto l’assenteismo (in realtà marginale in Italia e soprattutto nella nostra ancor più volenterosa Sicilia; assenteismo che può essere dovuto alla presenza di qualche “mela marcia”) - decidono sconsideratamente di chiudere gli stabilimenti per andarli ad aprire in Serbia o in Polonia o in altri paesi emergenti.
E’ indispensabile ed urgente dunque - da parte del governo centrale e locale - incentivare in vari modi le fabbriche a continuare ad investire in Italia e ad assumere personale che possa lavorare ragionevolmente, con ritmi più umanizzanti e meno logoranti.
Sono convinto che i nostri lavoratori sapranno dimostrare, ancor più che nel passato, la loro alta qualità e dedizione al lavoro, da rendere assolutamente più conveniente per gli industriali (pur con le mutate strategie di mercato)insediarsi nel nostro meraviglioso ed ineguagliabile territorio nazionale e siciliano in particolare!
Spero che in un futuro non lontano le nostre multinazionali puntino più sulla qualità del lavoro prodotto che non sulla quantità e sopratutto si rendano conto che portando il lavoro in altri Paesi non stanno facendo altro che contribuire a far precipitare l`economia Italiana.
Leggo oggi un articolo su Messaggero.it che vi propongo perchè mi sembra che dovrebbe essere un esempio che dovrebbero seguire gli altri produttori in fuga...Fiat compresa!!!
“Una delocalizzazione al contrario. E` l`ultima idea di Ikea: la multinazionale svedese ha infatti deciso di trasferire alcune sue produzioni dall`Asia all`Italia, in particolare in Piemonte. .... Ikea è alla ricerca continua di possibili sviluppi degli acquisti in Italia che punta a incrementare - commenta Lars Petersson, amministratore delegato di Ikea in Italia -, recentemente abbiamo individuato nuovi partner italiani che hanno preso il posto di fornitori asiatici, grazie alla loro competenza, al loro impegno e alla capacità di produrre articoli caratterizzati da una qualità migliore e a prezzi più bassi dei loro concorrenti asiatici»”.
Gli italiani siamo sempre stati un popolo di lavoratori, e se qualcuno ci addita come fannulloni è solo perchè cerca il suo profitto personale e non il bene della nostra economia!!!
Speriamo che presto la COMPETENZA CAPACITA` E L`IMPEGNO che ci vengono riconosciute dalle multinazionali estere sia apprezzata anche in Patria.
Non a caso il nostro paese, al di là di ogni retorica, vanta le più elevate competenze nelle scienze mediche e ingegneristiche, oltre che a quelle nella letteratura e nell’arte.
Se qualcuno generalizza… per colpa di pochi casi isolati, e addita come fannulloni i lavoratori italiani, non lo ritengo degno di essere considerato vero italiano!
Spero, a questo punto, che quantomeno i lettori del messaggio principale di questa discussione abbiano compreso che non è tutta verità quella che proviene dai mass media, spesso i suddetti burattinai incravattati li utilizzano a loro uso e consumo per far passare i loro dettami e per mistificare la verità.
Questi concetti però li può comprendere (più che certi… “burattinai incravattati”) chi è competente in materia e abbia conosciuto in prima persona, possibilmente dagli strati più umili (se mi permettete di dirlo: come me che ho cominciato dall’essere operaio comune, pur essendo figlio di industriale), la vita di lavoro faticoso ma dignitoso e gratificante!
I nostri magnati dell`economia, delle industrie, spostando la produzione nei paesi dell`est vedranno diminuite le spese e centuplicati i guadagni...cosa vuoi che importi a loro se questo va a discapito dell`economia italiana e quel che è ancor più grave, a danno della vita di ogni singolo operaio?
Siamo ormai all`estremo delle nostre forze, siamo costretti a pagare cara una situazione di crisi e di recessione causata dalla cupidigia di chi ci comanda, di chi ha potere nella nostra società.